Il complesso tardo duecentesco di S. Maria in Aracoeli - con la sua scala monumentale eretta come ex voto nell’anno della peste del 1348 - dominava la parte più alta del colle Capitolino, nel cuore dell’Urbe, fino alla costruzione del Vittoriano nel tardo Ottocento. Poco è noto sulle fasi costruttive altomedievali: un monastero e una chiesa dedicata alla Madre di Dio – quae appellatur Camellaria – e ai due Giovanni (Evangelista e Battista) è attestata sul Campidoglio fin dall’VIII secolo. Una versione della Cronaca di Giovanni Malalas, databile tra il VII e l’VIII secolo, potrebbe già confermarne l’esistenza, collegandola alla leggenda dell’imperatore Augusto. Il racconto narra che, nella notte della nascita di Gesù, l’imperatore ebbe la visione della Vergine con il Bambino e successivamente fece erigere un altare con l’iscrizione haec aram filii Dei est. In questo contesto leggendario, il termine Camellaria potrebbe riferirsi alla camera (cubiculum) del palazzo di Augusto, luogo della visione ricordato nei Mirabilia. La chiesa dell’VIII secolo fu probabilmente sostituita da un nuovo edificio a tre navate, costruito riutilizzandone le fondamenta, durante il pontificato dell'antipapa Anacleto II (1130-1138). La basilica apparteneva all’influente monastero benedettino di S. Maria in Capitolio e si affacciava, con il suo campanile (di cui si sono conservati i resti) su piazza del Campidoglio, centro del potere comunale della città. Come la chiesa precedente, anche questa aveva l'abside rivolta verso nord e la sua navata centrale è localizzabile nell’area del transetto della basilica attuale. Di questa basilica benedettina si sono conservate parti dell’arredo liturgico: innanzitutto la lastra della confessio, con scolpita la più antica attestazione iconografica nota della visione di Augusto, in situ, sotto l’altare del braccio nord del transetto attuale. Essa conferma che l’orientamento liturgico di questa chiesa corrispondeva a quello di una basilica volta verso occidente, con l’ambone del Vangelo presumibilmente sul fianco sinistro della schola cantorum. Parti dell’ambone del Vangelo, riassemblate in due pulpiti cinquecenteschi - sul lato orientale dei pilastri dell’arco trionfale - ne permettono la ricostruzione (vedi video). Due pilastrini, conservati nel pulpito sud e probabilmente pertinenti al recinto presbiteriale – del quale si conservano anche due plutei marmorei incrostati (oggi dietro l’altare maggiore) – recano la firma dei marmorari Laurentius e di suo figlio Jacopo, e permettono una datazione dell’arredo alla fine del XII secolo. L’edificio attuale è il risultato di un importante ampliamento per opera dei Francescani (frati minori) nella seconda metà del Duecento, che per il loro convento principale nell’Urbe ottennero, nel 1248/50, l’autorizzazione papale di insediarsi nel complesso benedettino sul Campidoglio. I lavori di ampliamento della basilica della seconda metà del Duecento portarono alla rotazione dell’orientamento liturgico e dell’edificio verso est, con la costruzione di un’abside poligonale gotica e, a ovest, di un imponente corpo a tre navate divise da 11 coppie di colonne di spoglio. Al 1300 circa risalgono il perduto affresco di Pietro Cavallini con la visione di Augusto nell’abside, l’imponente facciata occidentale, con mosaici (in gran parte perduti) nel cavetto, mentre le cappelle funerarie lungo i fianchi furono realizzate nel corso del Trecento e del Quattrocento. Alla fine del XIII secolo sono riconducibili il pavimento marmoreo, con comparti per sepolture segnati da fasce in opus sectile della navata centrale, i monumenti funerari Savelli e di Matteo d’Acquasparta e pannelli musivi provenienti dalle cappelle Capocci e Colonna. L’importante rimodellamento della basilica, negli anni Sessanta o Settanta del Cinquecento, promosso dai due pontefici della Controriforma Paolo IV (1559–1565) e Gregorio XIII (1572–1585), portò alla costruzione di un nuovo coro rettangolare (consacrato nel 1565) e alla rimozione degli arredi liturgici tardomedievali, fra questi anche del ciborio gotico per l’icona miracolosa della Vergine avvocata (sec. XI), fatto erigere nel 1372 nella navata centrale in ingressu chori per volontà del notaio Francesco de Felici..

N° sulla mappa
58
Nome chiesa
S. Maria in Aracoeli
Esistente
Coordinate
41.89394, 12.48298
Indirizzo
Scala dell'Arce Capitolina 12
Rione
Campitelli (X)
N° sulla mappa Nolli
917
Cronologia
sec. VIII, sec. XII, sec. XIII, sec. XIV
Parole chiave
antipapa Anacleto II, papa Innocenzo II, papa Innocenzo III, papa Onorio IV (Giacomo Savell), papa Nicolò IV, cardinale Matteo di Acquasparta, Luca Savelli (senatore), Giovanna Savelli Aldobrandeschi, Pandolfo Savelli, Mabilia Savelli, cardinale Giovanni Boccamazza, Giovanni Colonna, Giacomo di Giovanni Capocci, Francesco e Giovanna Felici San Francesco, Sant’Elena, Ottaviano Augusto (imperatore), San Giovanni Evangelista, San Giovanni Battista, Agnus Dei, Sibilla, Madonna di San Luca, Maria avvocata, marmorario magister Laurentius (Lorenzo), Jacopo (figlio di Lorenzo), Johannes Cosmati (marmorario), Arnolfo di Cambio, Pietro Cavallini, Jacopo Torriti, Lorenzo di Simone, Giovanni di Stefano convento, chiostro, campanile, portale, cavetto, pavimento cosmatesco, rota, mosaico, firma, lunetta, rosone, icona, ciborio, ambone del Vangelo, pulpito, pluteo presbiteriale, schola cantorum, candelabro pasquale, stemma, monumento funerario, lapide sepolcrale, sarcofago di rimpiego, vasca di porfido, ciborio, ciborio per le reliquie, reliquiario, baldacchino, spolia, stilatura, tufelli
Stato della ricerca
Conclusa
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