Scopo del presente sito web è la presentazione degli esiti del progetto di ricerca “Corpus Cosmatorum II”, in cui vengono indagati l’architettura e l’arredo liturgico di 132 chiese di Roma nel periodo compreso tra l’XI e la fine del XIII secolo. Principale punto di interesse è lo studio della storia architettonica degli edifici sacri e del loro arredo liturgico scultoreo (portali, tabernacoli a parete, scholae cantorum, cibori, amboni, troni e seggi liturgici, candelabri pasquali, sepolture) nonché dei pavimenti realizzati con la tecnica dell’opus sectile. Tale cospicua produzione artistica è attribuibile a distinte botteghe di marmorari chiamati genericamente “Cosmati”. L’attività di ricerca è stata intrapresa nel 2002 dal Prof. Peter Cornelius Claussen (Universität Zürich). In seguito a una pausa (2010-2015) dovuta al pensionamento dell’ideatore, è stata avviata una collaborazione tra le cattedre di Storia dell’arte medievale dell’Istituto di storia e teoria dell’arte e dell’architettura dell’Università della Svizzera italiana (ISA USI, Prof.ssa Daniela Mondini) e il Kunsthistorisches Institut dell’Università di Zurigo (KHIST UZH, Prof.ssa Carola Jäggi) con l’obiettivo di completare entro il 2028 il catalogo delle chiese di Roma nel Medioevo. I risultati della ricerca — finanziata dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica (SNSF) — sono pubblicati nei volumi “Die Kirchen der Stadt Rom im Mittelalter 1050-1300”  presso la casa editrice Franz Steiner, Stoccarda. I volumi sono accessibili per il download, come e-book open access, sul sito dell’editore e nel repository universitario ZORA (Zürich Open Repository and Archive).   Immagini ad alta risoluzione sono disponibili anche sul Data and Service Center for the Humanities (DaSCH), Basel, Switzerland La presente piattaforma DigCorpCos II - in hosting presso i server dell’Università della Svizzera Italiana - valorizza la presentazione monografica delle chiese e il ricco corredo iconografico dei singoli contributi; facilita inoltre l’immediata individuazione degli edifici nel contesto topografico urbano. Per ottenere questo risultato si è deciso di servirsi, oltre che di una mappa contemporanea georeferenziata, anche di una pianta storica, la cosiddetta “mappa del Nolli”. Tale pianta di Roma – realizzata nel XVIII secolo dall’ingegnere, architetto, incisore e cartografo Giovanni Battista Nolli – offre una visione precisa della rete stradale negli anni compresi tra il 1736 e il 1748 e permette di riconoscere gran parte dell’assetto urbano precedente le radicali trasformazioni otto- e novecentesche: l’elevata qualità dell’opera cartografica consente di individuare l’icnografia e l’orientamento degli edifici ecclesiastici oggetto dello studio. DigCorpCos II è stato concepito da Daniela Mondini e realizzato con il finanziamento per Open Science/Open Research Data (bando 2023) dell’Università della Svizzera italiana. Un ringraziamento speciale va a Leonardo Angelucci, Alberto Canepa, Carlo Andrea Schlatter per la programmazione e l’implementazione grafica, e a Giovanni Svevo (Mapping Historian) e Andrea Botta per l’elaborazione di un modello preliminare della mappa georeferenziata. Un sentito grazie a Nicola Camerlenghi per la sua consulenza e le critiche costruttive. Nora Ammann, Graziella Maria Bozzini, Elisa Malnati e Ramon Savoldelli hanno contribuito allo sviluppo dei contenuti e al loro trasferimento su DaSCH.
Ecco una breve presentazione dei contenuti del progetto di ricerca. Il progetto Corpus Cosmatorum conduce una ricerca storico-artistica di base (“Grundlagenforschung”). Con il suo focus sulla storia dell’edilizia delle chiese romane in epoca alto-medievale, esso integra e aggiorna il Corpus Basilicarum Christianarum Romae di Richard Krautheimer (5 voll., 1933–1977), che si concentrava invece sul periodo paleocristiano e altomedievale. Non si tratta di una storia dell’arte del Medioevo romano basata sui suoi edifici sacri, bensì di uno studio fondato sul meticoloso recupero e sulla ricostruzione della loro topografia e disposizione interne, che dalla fine del XVI secolo sono state in gran parte compromesse. La policromia dei materiali, la predilezione per i marmi preziosi e lo splendore delle tessere musive dorate distinguevano l’estetica degli spazi sacri medievali romani da quella comune all’arte romanica nel resto d’Europa. La ripresa del linguaggio architettonico antico e il riuso di materiali provenienti dalla Roma costantiniana sembrano essere stati deliberatamente favoriti per rappresentare il papato nel momento di massima potenza. Allo stesso tempo, lo studio sistematico e la rivalutazione delle singole chiese rappresentano un importante contributo alla storia della topografia sacra della città di Roma durante il Medioevo. Le brevi monografie dedicate a specifiche chiese offrono ulteriori informazioni sui gruppi sociali che ne hanno influenzato l’architettura e la decorazione. In una società in cui i segni e le distinzioni visibili erano fondamentali, ogni chiesa svolgeva un ruolo specifico nelle tensioni tra le diverse fazioni politiche di Roma — il Papato, la Curia, la nobiltà romana, il Comune e le comunità religiose. Poiché la ricerca riflette anche sulla ricezione e sul restauro delle chiese fino ai giorni nostri, le "biografie edilizie" presentate concorrono a delineare ed approfondire la nostra storia culturale. Contatti: corpuscosmatorum@gmail.com